La storia

Taverna Ducale | FacciataSul finire del secolo XVI, in considerazione dell'importanza strategica del paese, collocato nel punto nevralgico della “Via degli Abruzzi”, Fabrizio I Cantelmo, diciottesimo signore di Popoli, applicò la tassa sul pedaggio di persone, animali, merci e meretrici, come attesta la lapide in facciata. L’iscrizione giaceva, lesionata, presso l’abitazione della famiglia Forniti e fu collocata nel 1920 dove è attualmente, come documentato da immagini d’epoca.

Somme ingenti di denaro entravano dunque nelle casse dei Cantelmo, a seguito dell'imposizione della suddetta tassa, poiché a Popoli tappa di passaggio obbligato, transitavano mercanti (al 1558 risale il primo mercato del lunedì) e tutti i capi di bestiame che da L'Aquila per la transumanza erano condotti in Puglia (circa due milioni di capi di bestiame, secondo le stime locali); transitavano inoltre viandanti e meretrici, alle quali spettava il pagamento di “dieci grani”. Nonostante tanta ricchezza, i Cantelmo furono sempre esosi nei confronti della popolazione, tant'è che la convivenza dei popolesi con i vari esponenti della famiglia, succedutisi nel governo del feudo, non fu mai tranquilla. I cittadini contestarono sempre e con ogni mezzo il dominio dei loro signori, attraverso numerose proteste e istituendo una  loro Taverna o Taverna Nuova, accanto alla “Vecchia”, voluta nel 1574 dall'Università, ovvero dal Comune, come testimonia ancora oggi lo stemma collocato al vertice del suo imponente ed elegante portale, che minò nel tempo con la sua attività il prestigio e il potere economico della famiglia feudataria.

A seguito di numerose proteste e rivolte, nel 1602 i cittadini inoltre allestirono una macina del grano prima a Pratola Peligna e poi a Sulmona, forti dell'aiuto dell'Università, per boicottare il mulino del duca. Questo tentativo tuttavia fallì e alla fine i popolesi ottennero in concessione il mulino ducale, dietro il pagamento di un fitto perpetuo, che consisteva in 180 salme di grano pulito, ossia l’equivalente di 226 quintali. Nel 1680 le due Taverne, unite e messe in comunicazione, furono date in affitto a chiunque ne facesse richiesta. Entrambe furono acquistate il 25 gennaio 1875 da Francesco Forniti; adibite a stalla, caddero poi in disuso e furono abbandonate. Successivamente la sola Taverna Vecchia fu acquistata dal Ministero della Pubblica Istruzione, divenendo proprietà dello Stato. Oltre ad una collezione permanente di materiali lapidei, attualmente ospita mostre ed altri eventi temporanei e, al piano superiore, un ufficio distaccato della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell’Abruzzo.

SulmonaTaverna Ducale | Piazza della LibertàIl Castello