I Cantelmo

Le prime notizie sicure che riguardano questa famiglia risalgono al secolo XII. Figura chiave è considerato Giacomo (sec. XIII), il quale mirò principalmente sia al rafforzamento del potere di Carlo D’Angiò nell’Italia meridionale sia a consolidare il proprio potere nella Marca e in Abruzzo. Vicario a Roma e in Lombardia, conquistò da giustiziere la fedeltà degli Abruzzesi. I suoi discendenti accrebbero la loro potenza sia con i guadagni ottenuti nella carriera delle armi sia imparentandosi con potenti e nobili casati meridionali. 

In seguito i Cantelmo ebbero a subire gravi persecuzioni a causa della fedeltà dimostrata nei confronti dei discendenti di Roberto D’Angiò durante la Guerra di Successione. Di spiccata fede angioina per un lungo arco di tempo, nel XV secolo vennero meno a questo vincolo di lealtà e appoggiarono gli Aragonesi, conservando così i loro domini in Abruzzo. Nicola, Onofrio e Giovanni divennero rispettivamente duchi di Sora, Pettorano e Popoli.

Il ramo dei duchi di Sora si estinse con Piergiampaolo, che fu spedito in esilio a Ferrara (1459) per essersi schierato con Giovanni D’Angiò; il ramo dei duchi di Popoli si estinse nel 1560, mentre quello, più longevo, dei duchi di Pettorano si spense con Giuseppe nel 1750 e con esso ebbe termine la casata.

Grande considerazione godettero, oltre a Giacomo, capostipite, Restaino, figlio di Giacomo, senatore di Roma sotto Bonifacio VIII, poi giustiziere in Abruzzo; Giacomo II, figlio di Restaino, anche lui giustiziere d’Abruzzo, e Simone, giustiziere in Molise e Terra di Lavoro, specifica area della Campania Felix, tra Lazio, Molise e Campania.